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I sofisti

I SOFFISTI
- Insegnamento a pagamento: I sofisti sono considerati i primi insegnanti retribuiti della storia, poiché esercitavano il sapere come un mestiere a pagamento, spostandosi da un luogo all'altro alla ricerca di discepoli. Questa pratica contribuiva a rendere i sofisti mentalmente aperti e cosmopoliti, consapevoli della diversità dei costumi e delle credenze delle varie civiltà.

- Significato del termine "sofista": Sebbene nell'antichità il termine "sofista" significasse letteralmente "sapientissimo", nel linguaggio odierno ha assunto una connotazione negativa, evocando qualcosa di artificioso o ingannevole. Questa percezione negativa è stata in parte influenzata dalle critiche di filosofi successivi come Platone e Aristotele.

- Valutazione critica: Anche se i sofisti si confrontarono principalmente con i pensatori dell'ultima fase della sofistica, considerati meno originali dei loro maestri, le loro opere non furono tenute in grande considerazione. Di conseguenza, non ci sono pervenute opere complete dei sofisti del V secolo, ma solo frammenti e testimonianze ostili di autori successivi. Questo crea difficoltà di interpretazione, ma gli studiosi hanno cercato di colmare queste lacune attraverso la ricostruzione dei frammenti e delle fonti storiche.

- Esponenti significativi: È importante distinguere tra i sofisti più significativi, come Protagora e Gorgia, e i loro successori, e i rappresentanti minori che rappresentavano la decadenza del movimento. Concentrandosi sugli esponenti principali, è possibile apprezzare appieno il valore del movimento sofistico.

- Contesto culturale dei sofisti: I sofisti operano nell'Atene del V secolo, un ambiente aperto alla discussione e al dibattito, dove sfidano le credenze tradizionali e i pregiudizi consolidati utilizzando la ragione in modo spregiudicato. Il loro obiettivo principale è la ricerca del sapere, considerato il fondamento della virtù.

- Nuovo concetto di virtù: Contrariamente alla virtù guerriera tradizionale, i sofisti promuovono una virtù adatta al nuovo clima culturale democratico di Atene. Questa virtù consiste nella capacità di partecipare attivamente alla vita sociale, di persuadere gli altri, di assumere decisioni rapide e di padroneggiare il linguaggio e la parola per rappresentare i propri interessi.

- Formazione dei giovani: I sofisti si dedicano a formare i giovani affinché siano adatti alle esigenze della vita sociale, offrendo loro un sapere pratico orientato al successo individuale. Si impegnano nell'"arte politica", addestrandoli a utilizzare le parole in modo convincente per sostenere verità condivise utili alla società, poiché ritengono che, se non esiste una verità assoluta, è comunque possibile individuare verità utili e condivisibili.


PROTAGORA


- Protagora, il sofista di Abdera: Protagora è famoso per la sua straordinaria eloquenza e è considerato il pensatore più originale del movimento sofistico. La sua celebre affermazione "L'uomo è misura di tutte le cose" è soggetta a diverse interpretazioni, ma indica principalmente il relativismo culturale e la soggettività delle percezioni umane.

- Relativismo e potere della parola: Secondo Protagora, non esiste una verità assoluta, ma la conoscenza e la morale sono relative al contesto umano, sociale e culturale. La parola assume un ruolo centrale come strumento per raggiungere il consenso e persuadere gli altri, con l'obiettivo di promuovere il benessere generale della comunità.

- Politica come "tecnica di tutte le tecniche": Nel dialogo platonico intitolato "Protagora", si evidenzia il concetto secondo cui la politica è la "tecnica di tutte le tecniche" e dovrebbe essere posseduta da tutti gli uomini. Questa idea sottolinea l'importanza dell'educazione politica e riflette i principi alla base della democrazia di Pericle.

GORGIA:
- Gorgia e la frattura tra il linguaggio e le cose: Gorgia porta alle estreme conseguenze il relativismo culturale, sostenendo che il discorso è tutto e che non esiste una verità assoluta. Questo si traduce in una separazione tra linguaggio e realtà, dove le parole diventano il mezzo principale per influenzare e persuadere gli altri.

- Lo scetticismo metafisico di Gorgia: Gorgia afferma un "scetticismo metafisico", sostenendo che l'essere non esiste e che il pensiero umano non può né conoscere né comunicare la realtà. Questa visione tragica dell'esistenza si basa sull'illusorietà del linguaggio e sulla sua capacità di persuadere, anche a discapito della verità.

- La sottomissione dell'uomo a forze incontrollabili: Gorgia presenta una visione tragica dell'esistenza, dove gli uomini sono soggiogati dalle forze irrazionali e misteriose, come il fato, il caso e le passioni. Questa visione implica una perdita di senso e una sottomissione dell'individuo a forze che non può controllare.

- L'encomio di Elena come esempio: Gorgia utilizza l'encomio di Elena come esemplificazione delle sue tesi, dimostrando che il comportamento umano può essere condizionato dalla persuasione delle parole, escludendo così la responsabilità individuale. Questo esempio evidenzia l'importanza del linguaggio nel plasmare le azioni umane.

- Attualità delle tematiche sofistiche: Le tematiche affrontate dai sofisti, come il relativismo culturale, l'importanza del linguaggio e dell'apparire in pubblico, hanno ancora rilevanza oggi, specialmente nell'era dei media e della comunicazione di massa.

- Estremizzazione della sofistica con Gorgia: Gorgia porta la sofistica ai suoi estremi, abbracciando una visione nichilistica che nega la possibilità di conoscenza oggettiva e universale della realtà. A differenza di Protagora, Gorgia non crede neppure che ci possano essere conoscenze e discorsi utili e condivisi all'interno di una comunità umana. Concentra l'attenzione sul linguaggio, considerandolo solo in relazione alla sua forza persuasiva nel conquistare il consenso degli ascoltatori, visti come esseri passivi e inermi.

- Il ruolo del linguaggio per Prodico di Ceo: Prodico di Ceo, successore di Protagora e Gorgia, si interessa al tema del linguaggio e dell'etimologia delle parole. Credeva che le parole avessero un'origine convenzionale, derivante da un accordo tra i popoli sui nomi da attribuire alle cose. Riteneva che studiando la storia delle parole si potesse ricostruire la civiltà delle diverse comunità umane. Inoltre, sviluppò un'arte dei sinonimi per evidenziare le sfumature dei diversi vocaboli con lo stesso significato, sottolineando la connessione tra il nome e la cosa come fondamento della convenzione umana.

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