- Socrate vive e opera in un periodo segnato dall'insicurezza causata dal relativismo della sofistica, che ha eroso le antiche certezze.
- Le classi conservatrici sono insoddisfatte e guardano con ostilità sia ai sofisti che alla nuova classe politica influenzata dalle loro dottrine.
- Socrate cerca di contrastare il relativismo sofistico mentre subisce l'ostilità delle classi conservatrici che associano superficialmente la sofistica alla filosofia in generale.
- Aristofane lo ritrae negativamente nella commedia "Le nuvole", raffigurandolo come un personaggio stravagante e inutile.
- La condanna a morte di Socrate nel 399 a.C. riflette il dramma di un uomo giusto e saggio, condannato da un tribunale democratico.
- Socrate è emblematico per la sua totale coincidenza tra pensiero e vita, filosofia e azione, privato e pubblico, diventando così il simbolo della ricerca della verità che caratterizza la filosofia in ogni epoca.
-Assenza di fonti dirette: Socrate non ha lasciato scritti propri, preferendo il contatto diretto con le persone anziché la scrittura.
- Testimonianze indirette: Le principali fonti su Socrate sono i dialoghi di Platone, suo discepolo, e altri scritti di seguaci come Eschine, Antistene, e Senofonte.
- Raffigurazione dettagliata: Nei dialoghi di Platone, Socrate è ritratto in dettaglio sia nelle sue idee che nella sua personalità.
- Considerazioni in altri scritti: Breve menzione di Socrate si trova anche nella Metafisica di Aristotele, ma non aggiunge sostanzialmente alle informazioni fornite da Platone.
- Profilo fisico e morale: Fisicamente non attraente, con caratteristiche come bassa statura e naso camuso, ma dotato di un animo eccezionalmente nobile e coraggioso.
- Coraggio e sacrificio: Socrate dimostra coraggio sia in guerra, affrontando il pericolo con sprezzo, sia nel processo in cui sceglie di morire piuttosto che disobbedire alle leggi della città.
- Contesto politico delicato: Socrate è processato e condannato a morte nel 399 a.C. durante un periodo di crisi politica e democrazia fragile ad Atene, segnato dalla caduta dei tiranni e il ritorno alla democrazia.
- Accuse infondate: Socrate è accusato di non onorare gli dei della città, introducendo nuove divinità, e di corrompere i giovani. Tuttavia, queste accuse sono considerate strane e infondate, soprattutto perché la Grecia era tollerante in materia religiosa.
- Preoccupazione politica: Le vere ragioni dietro il processo sono la preoccupazione del nuovo governo per il potere critico di Socrate, che minava le basi del sistema politico già instabile.
- Ostilità verso gli intellettuali: C'è un sentimento diffuso di rancore e ostilità verso gli intellettuali, inclusi i filosofi, da parte di ampi strati della popolazione, che li considerano responsabili della crisi politica.
- Condanna popolare: Socrate è condannato da una giuria popolare composta da cinquecento persone, evidenziando un sentimento generale di condanna verso di lui.
- Profilo morale di Socrate: Nonostante sia considerato il modello di uomo giusto e coerente, Socrate è processato e condannato ingiustamente, mostrando il conflitto tra la giustizia ideale e la realtà politica.
- Morte come sigillo della grandezza spirituale: La morte di Socrate rappresenta il culmine della sua grandezza spirituale. La sua coerenza nel difendere le sue idee di fronte al tribunale e il rifiuto di accettare l'esilio come suggerito dimostrano la sua determinazione.
- Attesa serena in carcere: Socrate trascorre serenamente il mese di attesa in carcere, rifiutando di evadere o corrompere il carceriere. Questo dimostra la sua accettazione del destino e il suo rigore morale.
- Esecuzione serena: Il giorno dell'esecuzione, Socrate si prepara con serenità, lavandosi per giungere puro all'ora decisiva, e beve la cicuta con calma al tramonto del sole.
- Interpretazione simbolica: La morte di Socrate rappresenta il culmine di una vita vissuta con rigore morale e ricerca interiore, simboleggiando il perfezionamento spirituale.
- Mission Philosopha di Socrate: Socrate realizzava la sua missione filosofica mettendo in crisi coloro con cui dialogava, spingendoli a mettere in discussione le proprie convinzioni e condotta di vita.
- Domande provocatorie: Socrate interrogava i suoi interlocutori, inclusi maestri e sapienti, su concetti come il bene, il rispetto, la santità, la religione, la virtù e il coraggio, spingendoli a riflettere sulla vera natura di tali concetti.
- Assenza di definizioni universali: Socrate non formulava concetti universali né forniva definizioni definitive di bene o virtù, lasciando questo compito a Platone. Il suo obiettivo era dimostrare l'ignoranza di coloro che si reputavano sapienti e raggiungere una definizione soddisfacente degli argomenti trattati per contrastare il relativismo sofistico.
- Ricerca di una definizione condivisa: Socrate mirava a ottenere un accordo linguistico e concettuale tra gli interlocutori attraverso una ricerca condivisa di definizioni soddisfacenti.
- Ruolo dell'ignoranza: Socrate accettava inizialmente le risposte degli interlocutori come valide e dichiarava di non conoscere l'argomento in questione. Tuttavia, attraverso la discussione, emergeva che anche l'interlocutore non possedeva una conoscenza completa o accurata dell'argomento, evidenziando così l'ignoranza condivisa.
- Momento maieutico: Successivamente interveniva il momento maieutico, in cui Socrate incoraggiava gli interlocutori a cercare incessantemente la verità, evitando formule superficiali. Egli utilizzava il paragone della levatrice per illustrare il suo ruolo di aiutare a "partorire" idee anziché corpi.
- Ruolo di Socrate: Socrate si considerava simile alle levatrici anziane che non potevano partorire fisicamente, ma aiutava a "partorire" pensieri giusti e degni. La sua missione era esaminare e mettere alla prova i giovani per comprendere se le loro menti fossero gravide di pensieri validi o di illusioni.
- Contesto educativo: Questo processo avveniva nel contesto di un dialogo tra amici, caratterizzato da domande e risposte brevi e incalzanti, basato sulla fiducia reciproca e sull'aspirazione alla verità.
- Natura della virtù: Socrate definisce la virtù come conoscenza del bene e del male, che permette di discernere ciò che è giusto da ciò che è sbagliato in ogni situazione. La virtù superiore consiste nella capacità di comprendere il bene del momento e agire di conseguenza.
- Insegnabilità della virtù: Poiché la virtù coincide con la scienza del bene e del male, è insegnabile attraverso la pratica del ragionamento che aiuta a discernere ciò che è giusto. La virtù diventa così l'obiettivo principale della filosofia, che mira a guidare e illuminare le azioni umane.
- Anima come centro morale: Socrate trasforma il concetto di "psiche" in "anima", intesa come centro dell'agire morale e della personalità. L'anima è ciò che qualifica veramente l'uomo e attraverso di essa si scopre ciò che è veramente bene fare.
- Ruolo del demone socratico: Socrate attribuisce importanza alla voce del suo demone interiore, interpretato come la coscienza etica e civile dell'uomo o come una guida trascendente e divina. La cura dell'anima diventa così cruciale per l'uomo, poiché il vero male non è la morte del corpo, ma la morte dell'anima.
- Eredità filosofica: Socrate lascia all'umanità la concezione dell'anima come centro della personalità morale e la dottrina della cura dell'anima attraverso la conoscenza e il dialogo, un compito intellettuale e morale che si realizza attraverso la ricerca e la condotta pratica della vita.
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